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3 Marzo 2020

"Una bomba ad orologeria pronta ad esplodere". Contributo audio dall'isola di Lesbos.

Scritto da Redazione Openddb in 

Mentre il confine terreste di Kastanies continua a rimanere chiuso, intrappolando di fatto almeno 10.000 persone che si sono ammassate nella c.d. “no man land” tra Turchia e Grecia dopo che il presidente Erdogan ha annunciato “l'apertura del confine con l'Europa”, sull'isola di Lesbos si stanno vivendo ore di assedio con gruppi para-fascisti, che insieme ad alcuni abitanti locali, attuano blocchi e ronde aggredendo tutti gli internazionali presenti.

Attivisti, solidali, membri delle ONG e giornalisti internazionali continuano a subire violenze, in una caccia all'uomo che vede la polizia greca totalmente disinteressata nel proteggere le persone e impedire una militarizzazione fai-da-te dell'isola.

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L'automobile di Victoria Bradley, dottoressa irlandese aggredita ieri sull'isola.

Secondo i dati forniti da Aegean Boat Report almeno 17 imbarcazioni hanno raggiunto ieri le isole dell'Egeo con circa 736 persone a bordo. I dati non trovano conferma ufficiale a causa della situazione sull'isola e potrebbero essere comunque più alti.

Questa mattina abbiamo raggiunto telefonicamente Cosimo Caridi, giornalista e videomaker, che da ieri si trova a Lesbos che ci ha dipinto una situazione molto pesante. Dopo gli scontri che si sono verificati nei giorni scorsi, a causa dell'annuncio del governo greco di voler costruire un centro di detenzione per migranti dalla capienza di 5.000 persone, “molti gruppi fascisti, principalmente legati ad Alba Dorata, sono rimasti sull'isola” spiega Caridi “mantenendo un assetto da guerra contro chiunque abbia a che fare con i migranti”.

“Si piazzano in mezzo alla strada” continua Caridi “attuando dei blocchi cercando internazionali. Una volta che questo succede le macchine vengono distrutte e qualsiasi bene di valore viene danneggiato o rubato. In tutto questo la polizia non fa nulla, non interviene a difesa delle persone”.

Rispetto a cinque anni fa è un isola che ha cambiato completamente faccia. Lesbos era l'isola dell'accoglienza, in questi giorni abbiamo paura ad andare in giro.”

Da almeno 2 giorni polizia e fascisti bloccano l'accesso, in entrata ed in uscita, al campo di Moria. Le persone migranti che volevano dirigersi verso il porto per lasciare l'isola sono state respinte a suon di lacrimogeni.

“Io in questo momento – spiega Caridi – mi trovo sulla spiaggia più a nord dell'isola, proprio di fronte la costa turca. Stamattina ci sono almeno 150 persone arrivate ieri che hanno dormito direttamente sulla spiaggia. Intorno alle 7 la polizia, aiutata da Frontex, ha cercato di far salire queste persone sui dei bus per trasferirli nel campo di Moria. Dopo 4 ore le persone si trovano ancora qui perchè il passaggio per andare a Moria non è garantito."

"La politica europea sta facendo finta che non sta succedendo niente, la verità è che si sta creando una bomba ad orologeria che presto scoppierà” conclude Caridi.

Da questa mattina navi da guerre greche e della NATO sono presenti nello specchio d'acqua di fronte Lesbos. Si tratta della HS Krystallidis (greca) e della FGS Mecklenburg-Vorpommern (Germania). Ufficialmente è in atto un esercitazione con “proiettili veri”, nei fatti si sta cercando di attuare un blocco navale contro le imbarcazioni cariche di persone migranti che vogliono raggiungere l'isola. Dopo le terribili immagini di ieri, in cui la guardia costiera greca ha cercato di attentare alla vita di decine di persone presenti su un gommone, l'Europa sta mettendo in atto una vera e propria strategia di guerra sulla pelle delle persone.

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Le navi da guerra HS Krystallidis (greca) e FGS Mecklenburg-Vorpommern (Germania) al largo dell'isola di Lesbos.

Intanto ieri il portavoce del governo greco Stelios Petsas, ha annunciato che la Grecia “non accetterà per un mese, a partire da domenica, eventuali domande di asilo da parte di migranti che entrano nel paese illegalmente e, ove possibile, li restituirà immediatamente nel paese da cui sono entrati”.

La Grecia chiederà inoltre all'Agenzia europea della guardia di frontiera e costiera, nota anche come Frontex, di impegnarsi in un rapido intervento di frontiera per proteggere i confini della Grecia, che sono anche i confini dell'UE.

La riposta di Frontex non si è fatta attendere. Per voce del direttore esecutivo ha annunciato “di avviare un rapido intervento di frontiera per assistere la Grecia nella gestione del gran numero di migranti alle sue frontiere esterne.”

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Guardie armate al confine tra Grecia e Turchia.

Per quanto riguarda la situazione di Kastanies vi segnalamo questo articolo a cura dei solidali No Borders Edirne.

“Nonostante la massa di persone, non ci sono servizi e le condizioni sono indegne. I servizi igienici e l'igiene di base sono attualmente un problema serio. Non c'è acqua, né cibo. La fame è diventata un problema critico.”